24 responses on “Conviene specializzarsi in psicoterapia?

  1. Gianni ha detto:

    Una posizione certamente da valutare. E’ una questione che si pone seriamente. La soluzione? O si riducono i corsi e gli istituti accreditati (ad oggi sono il triplo che, per esempio, in Inghilterra, che pure ha una popolazione simile alla nostra), o si abbassano i costi della formazione, o si offre una formazione diversa e più breve agli psicologi. Altre non ne vedo.

    • Francesca ha detto:

      Io tro vergognoso che ci si laurea in psicologia e non si possa essere considerati terapeuti previa formazione specifica, come dei master o altro, senza dover obbligatoriamente frequentare una scuola di specializzazione in psicoterapia. Basterebbe obbligare quest’ultima nel trattamento delle psicopatologie. Ma si si vuole lavorare su altri ambiti come la crescita personale, la famiglia, la scuola ecc. mi spiegate perché ai debba obbligare ad essere Psicoterapeuti? A me sembra che sia sempre una motivazione d’interessi lo dimostra anche il fatto che negli anni, hanno aperto centinaia di scuole. Forse occorre cambiare anche la formazione universitaria, che non fornisce certo una preparazione adeguata a potersi inserire nel mondo del lavoro.

  2. Luca ha detto:

    E’ da anni che sostengo questa posizione ed è da anni che dico che, come per gli avvocati, se non si interverrà in qualche modo la situazione esploderà. Il pil di questo paese non può oggettivamente sopportare un numero tale di “professionisti” e in futuro ancora meno. Solo un pazzo, un ingenuo o un milionario valuterebbe a cuor leggero un percorso così costoso e praticamente senza nessuna garanzia a lungo termine, L’ordine è da tempo che sostiene l’idea di voler intervenire e naturalmente non l’ha mai fatto.

    • Paolo Campanini ha detto:

      Ciao Luca, purtroppo l’Ordine non ha possibilità di intervenire direttamente se non informando della situazione. L’Ordine Nazionale potrebbe fare qualcosa in più ma non si hanno notizie in merito. Ci sono delle indiscrezioni che dicono che il MIUR stia mettendo mano al riconoscimento delle scuole, ma sono solo indiscrezioni. Bisogna inoltre considerare che il ragionamento riportato nell’articolo ha un taglio squisitamente economico-lavorativo, ad influire sulle scelte di formazione però intervengono molti altri fattori che in questo caso non sono considerati. Di sicuro, la nostra nazione non ha bisogno di così tanti psicoterapeuti.

  3. Mara Scila ha detto:

    Noto che sei stato basso con le stime. Io sto spendendo almeno il doppio. Considera che la scuola di psicoterapia obbliga ad almeno 60 supervisioni nel quadriennio, ognuna mi costata 60 euro. Inoltre per essere psicoterapeuta bisogna fare l’analisi personale obbligatoria., che costa in media 70-90 euro. Trovare pazienti non è così semplice, non bastano un po’ di volantini.
    In ogni caso il percorso e’ strutturato così in Italia. Durante i quattro anni di scuola di psicoterapia e’ obbligatorio il tirocinio, che in Italia non viene pagato. Queste giornate infrasettimanali dedite a scuola e tirocinio impediscono ad una persona di inserirsi un una azienda o un posto di lavoro normale, in cui uno rimane impegnato 4-8 ore ogni giorno…

    • Paolo Campanini ha detto:

      Cara Mara, sono stato volutamente basso per evitare di apparire esagerato, anche perchè le stime sono spannometriche. Considera inoltre che non tutte le scuole richiedono così tante ore di supervisione e i costi variano. Di certo frequentare la scuola presuppone che la persona abbia un lavoro libero professionale ma ho sentito anche di lavoratori dipendenti che sono riusciti ad organizzarsi. Pochi però.

  4. Stefano ha detto:

    Considerati i costi di alcune scuole del Nord Italia, a me la situazione sembra ben peggiore di come viene descritta qui.

    Inoltre, anche adottando i metodi fantascientifici proposti da Gianni, il problema del sovrannumero di psico*, e quindi dell’inflazione e della precarizzazione della professione, rimane.

    Il presente vede una marea di professionisti, che hanno letteralmente speso un capitale prima per formarsi (credo che il costo del percorso di laurea quinquennale sia nettamente superiore) e poi per specializzarsi, svolgere altri lavori di ripiego per poter sopravvivere.

    In ambito clinico, ormai anche lavorare come educatore, posizione che con la nostra professione non è per nulla pertinente, è un’utopia.

    In ambito aziendale a me sembra che, a parte le poche grandi aziende che sono sempre le stesse (mentre gli psico* sono sempre di più), ci sia ben poco da combinare.

  5. Apprendista ha detto:

    Non avete mai considerato l’idea che le scuole di Specializzazione servano a … far lavorare gli psicoterapeuti ed in particolare i loro docenti?
    Qual miglior cliente, per un professionista, di uno psicologo spesso “sano”, obbligato a seguire corsi, fare della psicoterapia individuale, aderire a supervisioni ecc. ecc.
    Qualcuno potrebbe riconoscere in questo metodi e modalità simili al “multi level marketing”…
    Pertanto: più iscritti ci sono e più è elevato è il guadagno di chi … “sta sopra” nella piramide

    Se guardiamo questo da un punto di vista marketing l’obiettivo potrebbe non essere più quello di lavorare con pazienti “fuori”, ma con “non pazienti” dentro…

    Buone feste a tutti

  6. Pietro ha detto:

    Tutto vero, il problema però sta nella proliferazione dei corsi di laurea in psicologoa con ridicoli numeri chiusi. Cosa succederebbe se in Lombardia si mettesse il numero chiuso a 50? Per esempio, nei 6, dico 6 corsi esistenti? Inoltre psichiatri ce n’è pochi, trovano subito il lavoro. Perché non fare medicina e poi psichiatria? Là il numero chiuso funziona. Questo semplice dato, pochi psichiatri, tanti psicologi, non fa altro che produrre una sottomissione della ns professione alla medicina. Si tratta di smarcarsi. Io penso che si trtatta di privilegiare scuole di specialità che ci aiutino a pensare, che non promettano miracoli e che insegnino una clinica diversa da quella medico-psichiatrica.

    • Riccardo ha detto:

      Apprendista, cosa significa “sano” in questo contesto? E cosa significa “obbligato”? Nessuno prescrive di intraprendere una strada di questo tipo; se lo fai, sei più che motivato. E dimmi: come dovrebbe formarsi un terapeuta se non attraverso una psicoterapia, delle supervisioni individuali e congiunte, lezioni, letture, riflessione e tirocinio?

  7. Elvira ha detto:

    Sono perfettamente d’accordo con Pietro. .Ritengo inoltre che i corsi di laurea breve e di Mediazione abbiano molto peggiorato la situazione, soprattutto perché l’utenza spesso è poco informata tra le differenze tra le varie professioni psichiatriche, psicologiche, psicoterapeutiche, di consulenza ecc.

  8. Elisa ha detto:

    Grazie per questa analisi che prova a tradurre in dati concreti una situazione vissuta da molti, me compresa, con non poca frustrazione. Come per tante cose in questo paese, la situazione è talmente palesemente ingiusta e assurda che è chiaro che il fatto che rimanga così è nell’interesse di molti, compresi molti psicoterapeuti stessi come suggeriva qualcuno in un commento precedente. Per me la soluzione sarebbe quella di equiparare il percorso a quello medico, unire a livello universitario i due percorsi (più medicina agli psicologi e più psicologia ai medici non può che garantire una migliore preparazione) ed inserire la psicoterapia nel sistema di specializzazione di medicina. In questo modo si garantisce più selezione a livello universitario e una dignità agli specializzandi..

    • Paolo Campanini ha detto:

      Ciao Elisa,
      purtroppo la mia esperienza universitaria conferma che le professioni non si vogliono mescolare, il medico vede e vuole solo il medico lasciando fuori tutti gli altri e così le altre professioni.

  9. Valentina ha detto:

    Le scuole di psicoterapia sono diventate esclusivamente un buisness. E’ perfino stata tolta, qualche anno fa, l’unica scuola statale, quella di specializzazione per medici in Psicologia Clinica, aperta anche agli psicologi.
    I costi attuali sono una letterale presa in giro.
    Inoltre non si può imparare a fare lo psicoterapeuta frequentando lezioni e simulazioni 2 week end al mese! Nella scuola sopracitata (Psicologia Clinica, quando c’era) si lavora(va) ogni giorno, esattamente come un medico specializzando, e si percepiva anche uno stipendio! Cosa che pare ormai un privilegio, ma che è un diritto!
    E’ ridicolo come funzioni oggi questo sistema delle specializzazioni in psicoterapia; oltretutto è praticamente obbligatorio averla se si vuole partecipare ai concorsi ospedalieri. Tantovale investire in una seconda laurea (in università statale!) o in un master intensivo annuale, almeno coi soldi risparmiati per la scuola di psicoterapia ci si può iniziare a comprare un appartamento….considerando che le stime qui riportate, a dire anche dell’autore stesso, sono molto molto prudenti!
    Un’opinione sulla proposta di Elisa: integrare medicina e psicologia in un unico corso di laurea sarebbe, a mio parere, impossibile purtroppo, a meno che la durata non sia di almeno 8 anni! La mole di studio è di gran lunga superiore a Medicina. D’altro canto, Psicologia richiede una maggior capacità critica che non si può certo costruire in tempi brevi.
    Ripensandoci….sarebbe geniale integrarle… per il fatto che solo pochi riuscirebbero a portare a termine il percorso, che sarebbero certamente competenti e che quindi i posti di lavoro ci sarebbero per tutti coloro che finiscono. Ultimo, ma non ultimo, anche per diminuire il lavoro alle attuali scuole-buisness-pazienti “interni”; ne gioverebbe quantomeno il mercato dell’edilizia (un appartamento venduto ogni 32 ore.. non male…).

  10. luc ha detto:

    La verità è che come per gli psicologi anche per gli avvocati, per gli architetti, etc. la situazione è davvero un vaso di pandora, prima o poi si scoperchia ed esplode tutto! Troppi anni, troppi interessi, troppa superficialità, poca serietà in ogni campo hanno portato questo paese sul fondo, rialzarsi non sarà facile. Per quanto riguarda psicologia, basterebbe essere più seri: ciclo unico di 5 o 6 anni, test d’ingresso selettivo (con numeri decisi di anno in anno compatibilmente con proiezioni future vere – adesso bisognerebbe almeno per 10 anni ridurre drasticamente il numero) in un’unica data nazionale come per medicina, via corsi telematici, materie serie, dal terzo anno inserire tirocini e alla fine dei sei anni la laurea è abilitante (ci si può iscrivere subito all’albo, senza esame di stato). Analoga serietà per le scuole di specializzazione: controllo dei numeri, dei requisiti e dei titoli. Ma a nessuno interessa essere serio, la situazione a moltissimi va bene così: le università hanno sempre più iscritti, l’albo sempre “professionisti” da spremere, le scuole e i docenti dei master sempre più gente da formare, orientare, istruire. Questa è la semplice, disarmante verità. A noi non rimane che adeguarci oppure… trovare altre strade!

  11. Eleonora ha detto:

    Si, la situazione è davvero assurda e vergognosa ma se io, oggi, voglio diventare psicoterapeuta, ho strade alternative? No. E quindi mi devo adattare o rinunciare al sogno della vita! Comunque il titolo di Psicologo la maggior parte delle volte non porta da nessuna parte, i concorsi pubblici, sia in ospedale, case di riposo, cliniche, che nell’arma, richiedono il diploma di psicoterapeuta e sinceramente, di tutta coscienza, con le conoscenze acquisite in università, non me la sento di cominciare a fare colloqui come libero professionista senza un periodo di supervisione (e nemmeno ci andrei da uno psicologo che ha fatto il mio percorso di studi). È necessario rivoluzionare l’università, rendere nuovamente spendibile il titolo di Psicologo e poi, forse, anche il numero delle persone che si vedono “costrette” a fare la scuola, calerà.

    • Orix ha detto:

      Per non parlare dEl fatto che è impossibile trovare un posto in ospedale perché quando pensionano uno psicologo il posto non viene neanche più occupato

  12. Daniele ha detto:

    Come .funziona negli altri. paesi?

  13. Erika ha detto:

    Detto per esperienza personale, no! Non conviene diventare psicoterapeuta. La formazione ha costi molto alti che difficilmente saranno recuperati attraverso l’attività professionale. Ho svolto la libera professione per 13 anni, prima facendo consulenze come psicologa e poi per 7 anni come psicoterapeuta e la quota di 833 incontri all’anno non mi ci sono nemmeno lontanamente avvicinata. Direi che è quasi impossibile dato l’elevatissimo numero di psicoterapeuti presenti nella città in cui vivo (Roma). C’è troppa concorrenza. Troppa offerta di psicoterapeuti a fronte di una domanda non poi così diffusa.. Non avendo un numero sufficiente di pazienti, il mio reddito era piuttosto basso, motivo per cui dovevo affiancare altre attività lavorative, con enorme dispendio di energie fisiche, nervose, emotive. Alla fine dopo 13 anni ho semplicemente rinunciato al lavoro di psicoterapeuta. Adesso lavoro all’Università. Lavoro di meno, guadagno di più, ho più tempo libero, sono più soddisfatta e sono persino riuscita a comprare una casa, cosa che sarebbe stata impossibile se avessi continuato a svolgere la libera professione come psicoterapeuta. Se avessi un figlio, gli sconsiglierei assolutamente di studiare psicologia ancora di più gli sconsiglierei di iscriversi ad una scuola in psicoterapia, Non ne vale la pena.

  14. fabrizio ha detto:

    a mio giudizio la professione di psicoterapeuta, a differenza di altre come il medico o l’ingegnere, ha una forte componente “artistica”. nel senso che a fianco delle tecniche occorre il talento. Quindi che studino psicologia e psicoterapia 100 o 10.000 persone, poco importa, perchè solo chi ha davvero talento diventerà un terapeuta capace in mezzo a tanti incapaci, ma trovo comunque che sia giusto che ognuno possa scegliere di studiarla a prescindere se poi sarà uno psicoterapeuta nella vita o che scelga strade alternative per mettere a frutto quanto ha studiato.
    Piuttosto che diminure gli accessi ( e se riuscissero ad accedere i meno talentuosi ? ) mi concentrerei su modi per valutare i professionisti così da fare una selezione natuale .

  15. Luca ha detto:

    Probabilmente una valutazione più accurata andrebbe fatta con cifre che variano e vanno considerate da regione e regione. Se si lavora già la situazione cambia di molto.. Non è impossibile gestire il tutto. Una collega affronta un fine settimana al mese, lavora, ha due figli, oltre che essere impiegata affronta
    150h di tirocinio ogni anno.
    I soldi se ne vanno ugualmente e il tempo passa, il mio consiglio e di non fare eccessivi calcoli come se volessero per tutti. Se amate questa professione, andate avanti, senza timori.

Rispondi a Erika Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.